Libero adattamento in tra atti di Franco Antolini e Diego Righetti dell'omonima commedia di Umberto Morucchio resa famosa dal grande comico genovese Gilberto Govi. L'umorismo si gioca sul filo del dramma di un impresario di pompe funebri, orgoglioso ereditiero dell'azienda di famiglia, che non è dato dalla morte dei potenziali clienti, ma dall'assoluta mancanza di "affari” che rendono la commedia una divertente farsa. La stesura del testo, pur conservando l'idea originale, ha voluto attraverso l'uso di espressioni dialettali e proverbi locali, contestualizzare la vicenda in un paese del veronese anni '30, adattandolo alle capacità espressive e spontanee degli attori.

Immancabile la storia d'amore tra la figlia dell'impresario e un giovane avvocato, che si svolge parallelamente alle sfortunate disavventure della ditta "Impresa Trasporti Ultima Dimora” e del suo proprietario. Mille trovate comiche si susseguono tra speranze deluse, attese spasmodiche, e legittimi entusiasmi, con un ritmo incalzante e coinvolgente, che mediante colpi di scena e situazioni impreviste, portano alla definitiva chiusura dell'attività, a causa della superstizione del futuro consuocero, proprio quando si preannuncia la dipartita di una anziana compaesana. Lo spettatore viene immediatamente introdotto nel contesto….. "comico – funebre” in qualità di attivo partecipante alla presunta cerimonia, mediante brani musicali che ben si adattano all'attesa dello svolgimento dei fatti. Il movimento scenico è assicurato da due pedane girevoli che rendono originale e moderna la dinamica della sceneggiatura, in un ambientazione d'interni ben curata e allestita con gusto.

Tre atti velocissimi e pimpanti che vogliono divertire il pubblico su un tema assai drammatico, ma che portato al limite dell'irreale e dell'assurdo diventa occasione di piacevole e simpatica ironia.

Ovviamente nessun paragone con il grande Gilberto Govi, che ci auguriamo sorrida anche lui delle vicende raccontate, dal mondo in cui si trova.